Scienza
Evoluzione umana, trovato il più vecchio antenato di uomo e scimmie
Alto appena 7 centimetri, l’Archicebus Achilles è il più antico primate mai scoperto e sposta l’inizio del processo evolutivo che ha portato dai primati all’homo sapiens sapiens indietro a 55 milioni di anni fa
Si chiama Archicebus achilles e la sua scoperta scrive una nuova pagina nella storia dell’evoluzionismo. Questo piccolo antenato di scimmie e uomini, grande appena 71 millimetri (coda esclusa) e pesante 20-30 grammi apparterrebbe a una specie ancora sconosciuta, vissuta 55 milioni di anni fa, che confermerebbe come la cruciale divisione che ha condotto all’evoluzione della specie umana sia avvenuta molto prima di quanto si immaginasse.
L’Archicebus achilles è il più antico primate scoperto, antenato comune di scimmie, scimpanzè ed esseri umani. La scoperta – annunciata sull’ultimo numero della rivista Nature – è stata fatta da un gruppo internazionale coordinato da Xijun Ni, dell’Accademia delle Scienze di Pechino.
È la forma del tallone, molto simile a quella delle scimmie, ad anticipare, di 8 milioni di anni rispetto al Darwinius Massillae scoperto nel 2009, la separazione fra il ramo antropoide (scimmie ed esseri umani) e quello dei tarsi (piccoli primati notturni che vivono sugli alberi, come il lemure della foto d’apertura).
Gli antichi primati, insomma erano minuscoli, delle dimensioni di un piccolo topino di campagna.
Nello studio è stata fondamentale la ricostruzione tridimensionale realizzata dal Laboratorio europeo per la luce di sincrotrone di Grenoble (ESRF). Il fossile è stato ritrovato fra due pezzi di roccia sedimentaria complementari rinvenuti sul fondo di un antico lago e successivamente la ricostruzione virtuale ha consentito di scoprire che il nostro antenato sapeva saltare e si muoveva con grande agilità sugli alberi. I grandi occhi sporgenti suggeriscono un’ottima vista e si presume che fosse animale diurno, solito nutrirsi di insetti.
Foto © Getty Images