Cronaca ambientale
Fukushima, rilevati elementi radioattivi: stronzio 90 e trizio oltre il limite legale
Le rilevazioni nell’acqua alla base dei reattori della centrale colpita dallo tsunami dell’11 marzo 2011.
La Tokyo Electric Power (Tepco), la più grande compagnia elettrica del Giappone, ha rilevato alti livelli di stronzio 90 e trizio nelle acque alla base dei reattori della centrale di Fukushima che è stava investita dallo tsunami dell’11 marzo 2011.
Secondo i risultati delle analisi della Tepco lo stronzio 90 supera di 30 volte il limite consentito e la presenza di trizio è di otto volte maggiore del limite legale. L’acqua contaminata, tuttavia, sarebbe rimasta nella centrale e non avrebbe raggiunto il Pacifico e la compagnia è pronta a prendere immediati provvedimenti per evitare infiltrazioni nel mare.
Lo scorso aprile la Russia aveva manifestato la sua preoccupazione per le perdite di acqua radioattiva della centrale dandone notizia attraverso il capo del servizio federale russo per il controllo sanitario, Ghennadi Onishenko, che aveva fatto notare quanto la situazione fosse per loro inquietante e lamentandosi del fatto che i giapponesi si rifiutavano di far accedere alla centrale specialisti stranieri.
Fino ad aprile infatti c’erano state tre perdite, la prima di 120 tonnellate di acqua contaminata riversata nel suolo il 5 aprile scorso. L’acqua era fuoriuscita da uno dei sette serbatoi di stoccaggio sotterranei che si trovano nell’impianto. Poi c’era stata un’altra perdita due giorni dopo, ma la Tepco aveva minimizzato sulle conseguenze che poteva avere sull’ambiente. Un’altra perdita ancora era stata rilevata dall’autorità giapponese per il nucleare, sempre nel deposito sotterraneo della centrale.
Già a febbraio erano stati rilevati elementi radioattivi nell’acqua e negli organismi marini che si trovavano fino a 600 km dalla costa, ma gli esperti avevano assicurato che i livelli di radioattività non erano rilevanti.