Alimentazione
Sicurezza alimentare, Ecoblog vi presenta Heracles il naso elettronico di Coop
Una visita al laboratorio per la sicurezza alimentare di Coop svela come la filiera del controllo aiuti a tenere alta la qualità dei prodotti
La visita al laboratorio per la sicurezza alimentare di Coop a Casalecchio fatta da me, Marco Pagani e Davide Mazzocco ha svelato molti dei retroscena che la maggior parte di noi ignora rispetto alla filiera agroalimentare e agli standard di sicurezza necessari per mettere in commercio i prodotti. Intanto l’investimento globale per controllare la sicurezza costa 7 milioni di euro all’anno e questo perché le alterazioni degli alimenti e le frodi in commercio sono difficili da smascherare e dunque ecco che diventa necessario avere strumenti di controllo altrettanto sofisticati. Peraltro, nella foto in basso, l’immagine del kit usato per rintracciare gli OGM nei vari prodotti e questo perché possono esserci tracce giunte dalla filiera di produzione, ad esempio dai mangimi per animali fino alle bistecche.
Oramai si va dalla risonanza magnetica, all’analisi del DNA e al controllo del finger print frutto di molti test complessi. Nel caso della Coop, oltre ai tradizionali (si fa per dire, ovviamente) test si è scelto di usare Heracles, il naso elettronico che riconosce gli alimenti dagli odori. In Italia, per ora, lo hanno due istituti universitari e appunto la Coop che lo usa per conoscere fin nel dettaglio la composizione e la qualità dei prodotti scelti per la distribuzione. Analisi per diossine e pesticidi sono invece appaltate a terzi laboratori che di routine svolgono proprio questo compito.
Ma perché è necessario uno strumento così sofisticato come Heracles? Il punto è che in un olio extravergine italiano venduto a 3 euro potrebbe esserci anche olio sempre extravergine ma proveniente da Spagna o Marocco e miscelato a una piccola parte del prodotto autoctono. Idem per i pelati in scatola: c’è pomodoro italiano o cinese? Ecco dunque che l’analisi del DNA sulle materie prime e alimenti, quando necessario la risonanza magnetica, e ora l’analisi con Heracles, il naso elettronico servono a smascherare quei fornitori che dicono di vendere prodotti di una certa qualità o di una certa provenienza geografica ma che in realtà stanno mentendo, o più tecnicamente frodando.
Spiega Claudio Mazzini responsabile Sostenibilità, innovazione e valori di Coop Italia:
A quel punto, scoperto che un fornitore ha mentito circa la qualità e composizione di un prodotto, lo sospendiamo dalla filiera di approvvigionamento.
Dunque Heracles ora è in fase di addestramento: gli stanno insegnando a riconoscere i vari alimenti, dall’olio alla mozzarella, al latte. Ad esempio, in un grafico abbiamo visto come Heracles distingua la presenza di pochissima quantità di latte di capra mescolata a del latte di mucca. Nel giro di 1 anno dovrebbe essere pronto a lavorare su ogni genere di prodotto per smascherare ad esempio se nel pesce surgelato c’è merluzzo o platessa.
L’obiettivo è di verificare a monte, partendo dai fornitori, la qualità dei prodotti per evitare che entrino in GDO alimenti sofisticati e prevenire scandali come il recente carne di cavallo nelle nelle lasagne.
Rientra nello stesso giro di controlli anche il bio che viene testato di routine alla stessa maniera, per verificarne appunto la qualità.
Per ora Coop ha già avuto qualche sorpresa su alcuni fornitori e la risposta è stata la rescissione del contratto di fornitura. Per ora altro non si può fare.
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