Cronaca ambientale
Rifiuti in Campania, Italia deferita alla Corte di Giustizia europea
Per la gestione rifiuti in Campania, pur riconoscendo i progressi fatti, l’Unione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia: inadempienza troppo lunga, via alle multe
I tempi processuali infiniti, le emergenze rifiuti decretate con criminogena regolarità, le inadempienze talmente “normali” da essere divenute “abitudinarie”, una situazione socio sanitaria di assoluto degrado, nonostante qualche piccolo progresso: questi ed altri sono i motivi alla base della decisione dell’Unione Europea di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia per la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania.
25 milioni di euro di multa (256.819 euro per ogni giorno di ritardo sugli adempimenti) che l’Italia dovrà pagare all’Europa per la totale mancanza di rispetto per gli impegni e gli accordi presi in sede europea; è stato il Commissario all’Ambiente Janez Potocnik, in una nota, a darne notizia:
“[…] ricorso dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione europea contro l’Italia per il suo prolungato inadempimento in materia di gestione dei rifiuti nella regione Campania. Ai sensi del diritto dell’Unione, gli stati membri devono recuperare e smaltire i rifiuti in modo tale da non mettere in pericolo la salute umana e l’ambiente. La Commissione propone che venga comminata una sanzione nella forma di una penalità giornaliera di 256819 EUR per ogni giorno di ritardo successivo alla seconda sentenza della Corte sino a che l’Italia non vi si conforma e di una somma forfettaria calcolata sulla base di € 28090 EUR per ogni giorno trascorso tra le due sentenze della Corte.”
Insomma, niente buone nuove sul fronte continentale: già nel 2010 l’Europa aveva espresso alcune preoccupazioni sulle modalità di gestione dell’intero ciclo dei rifiuti in Campania, in particolare sottolineando l’assenza di una rete di dispositivi di smaltimento integrati ed adeguati (che, tra l’altro, è un obbligo previsto dalle normative europee).
Nonostante il nuovo Piano di Gestione per la Campania, varato nel 2012 e contenente le misure destinate a gestire i rifiuti nella regione fino al 2016, i fatti succedutisi dopo l’estate 2011 hanno condotto la Regione su un percorso che l’Europa ha valutato come “non virtuoso”.
In particolare, l’Europa sottolinea come la scelta (che fu messa sul piatto anche per la Regione Lazio, poi ritirata ma non in modo ufficiale) di esportare i rifiuti all’estero abbia sostanzialmente compromesso in partenza quel Piano: la soluzione, considerata temporanea, non ha escluso, e non escluderà, nuove emergenze perchè il trasporto fuori regione dei rifiuti non risolve i problemi endemici del territorio campano.
La dimostrazione di quanto sia fragile la soluzione dei “bastimenti” l’abbiamo avuta due giorni fa, con lo sciopero degli operai dell’impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere (Ce), senza stipendio da sei mesi; un destino drammatico, comune anche ai colleghi del bacino di Napoli, oltre che quello di Caserta.
L’Europa ha sottolineato come l’incremento della raccolta differenziata sia stato un bel passo in avanti ma come, contemporaneamente, la battuta d’arresto nella costruzione degli impianti per il recupero del materiale organico sia divenuto un elemento di ulteriore criticità: l’inceneritore di Acerra (Na) è un leviatano invincibile, che trita letteralmente qualsiasi altra iniziativa istituzionale possa essere messa in campo per risolvere i problemi connessi alla gestione del ciclo dei rifiuti campano.
Sulla differenziata l’Ue sottolinea come nonostante Napoli sia la città campana che produce più rifiuti contemporaneamente il capoluogo non può vantare che una percentuale di differenziata ferma al 20%. Con buona pace del sindaco De Magistris.
Se la bruciatura pare essere divenuta l’unica strada, quest’unica strada per bruciare i rifiuti porta unicamente ad Acerra (altro elemento di criticità evidenziato dall’Ue è anche il ritardo nella costruzione degli inceneritori i quali, tuttavia, saranno fuorilegge nel giro di 7-10 anni).
Le sei milioni di tonnellate di ecoballe che da anni campeggiano lungo le autostrade campane in attesa di ricevere la loro destinazione finale, un inceneritore che deve essere ancora costruito, sono l’ultimo elemento critico evidenziato dall’Europa.
L’impunità totale che emergerà dai processi, come vi abbiamo raccontato la settimana scorsa, sarà la definitiva colata di oblio sugli ultimi 20 anni di gestione rifiuti, nella Regione Campania: una regione che continua ad avere l’intero ciclo governato, gestito, capeggiato ed amministrato da criminalità organizzata e imprenditoria connivente.
Via | Unione Europea
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